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Seiryu Miharashi Eki: la stazione che ci ricorda l’importanza di fermarsi

2 anni ago · · Commenti disabilitati su Seiryu Miharashi Eki: la stazione che ci ricorda l’importanza di fermarsi

Seiryu Miharashi Eki: la stazione che ci ricorda l’importanza di fermarsi

“Nella quiete vive la saggezza. Nel silenzio troverai la pace. In solitudine ti ricorderai di te stesso.

Robin Sharma

 

Nel sud del Giappone, lungo il fiume Nishiki, esiste una stazione ferroviaria che non ha entrata né uscita, non ha una biglietteria, non ha un bar e nemmeno una sala d’attesa. I treni si fermano a fianco della banchina e i passeggeri possono scendere, ma poi non possono andare da nessuna parte e per allontanarsi devono aspettare il convoglio successivo.
Vicino non ci sono attrazioni turistiche, non c’è una città o un paese da visitare.
La stazione si chiama “Seiryu Miharashi Eki”, che si traduce come “piattaforma di vista del fiume”, ed è stata pensata con la sola funzione di ricordare l’importanza del fermarsi.

Se ci si trova su quella banchina di cemento, non si può fare altro che lasciar vagare lo sguardo e contemplare la natura incontaminata, assaporando il silenzio circostante.

Questa stazione si configura come un monito per ricordarci che a volte il silenzio e la riflessione sono fondamentali per resistere e per ripartire; rappresenta un’occasione per sottrarsi alla frenesia del quotidiano per pensare, riflettere, guardarsi dentro e riprendere il contatto con se stessi.
Chi decide di salire su quel treno sceglie, almeno per qualche istante, di ribellarsi alla frenesia della vita di tutti i giorni attingendo alla bellezza dell’ambiente.
Chi si ferma a quella fermata può tornare a respirare, almeno per un po’, godendo dello scroscio dell’acqua, apprezzando il rumore del vento fra gli alberi o le sue carezze sulla pelle.

Questa stazione ci ricorda che le pause, le parentesi di solitudine, silenzio e disconnessione sensoriale sono momenti fondamentali per il benessere dell’individuo.

Ma nella società attuale, dominata dalla fretta, dalla produttività e dal consumo, spesso ci dimentichiamo di tutto questo.

La solitudine è qualcosa che spaventa, da cui si cerca in tutti i modi di fuggire; rappresenta il vissuto doloroso di profonda angoscia di sentirsi abbandonati.
La paura della solitudine è, in fondo, la paura di ritrovarsi da soli con se stessi e con le proprie emozioni, è la difficoltà a stabilire un dialogo interiore, è l’impossibilità di coinvolgersi in relazioni importanti, che siano di amicizia o sentimentali.
Per fuggire da tutto questo spesso riempiamo le nostre giornate: andiamo alla ricerca di cose, oggetti, relazioni, sostanze e quant’altro per riempire degli spazi vuoti.
Il vuoto viene vissuto come inutile, fastidioso, inconcludente, non produttivo e di conseguenza viene evitato a tutti i costi.

La solitudine, in realtà, è una risorsa preziosa: permette di focalizzarsi su se stessi per comprende il proprio cammino.
Se si impara a godere di essa, se si riesce “a stare in sua compagnia”, può diventare un’occasione molto importante di crescita interiore.
Accettare la solitudine significa, infatti, entrare in contatto con se stessi, diventare coscienti delle proprie debolezze e delle proprie risorse, acquisire la consapevolezza della propria unicità.

Il vuoto diviene quindi spazio creativo.

Esiste, infatti, un luogo di creazione e produzione per l’essere umano che s’interpone tra la realtà soggettiva e quella oggettiva: è la così detta “area transizionale” di Winnicott. Uno spazio potenziale tra individuo e ambiente, che permette all’uomo di sviluppare un’autonomia riflessiva, cogliendo l’opportunità di dare un nuovo e personale senso alle proprie esperienze e al mondo.

Essere capaci di estraniarsi dal caos esterno per ascoltare il proprio mondo interno è, dunque, uno strumento fondamentale per ritornare in armonia con se stessi, poiché sono proprio il vuoto e la solitudine che ci permettono di prendere consapevolezza di quegli aspetti di noi che, nell’assordante frastuono della vita, non riusciremmo a percepire.

 

Articolo a cura della Dott.ssa Elisa Terren
Psicologa Psicoterapeuta a Mirano e Mestre

 

Elisa Terren

Elisa Terren

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